Tagli e tasse: pericolo di effetto cumulo.
Una cosa di cui ancora si parla poco è l'effetto cumulo di tagli e tasse.
L'Imu è una batosta per i proprietari di casa, in Italia sono ben l'80%. È una forma di tassa patrimoniale su quella che è la proprietà più diffusa, l'abitazione. L'italiano investe molto nella casa. E questo lo Stato lo ha capito benissimo. Dove "nascondono" i soldi gli italiani? Semplice, soprattutto nella casa. Ma in tempo di crisi si è disposti anche a perdere i proventi di una mensilità del proprio lavoro o pensione per salvare il paese dal baratro. Ciò è comprensibile ed è anzi segno di responsabilità.
La cosa però che non si è ancora valutata adeguatamente e che potrebbe complicare i calcoli dei nostri governanti è l'effetto complessivo e di cumulo di decine e forse centinaia di continui provvedimenti.
Non c'è infatti solo l'Imu, ma è aumentata anche l'Iva (provvedimento a mio avviso non solo inutile, ma addirittura dannoso per l'intera nostra economia).
Vi sono poi i tagli alla Sanità (solo a Parma si parla di decurtazioni per più di cento posti letto).
Vi sono gli aumenti di tasse degli Enti locali al fine di compensare la drastica riduzione di trasferimenti da parte dello Stato centrale.
Come se ciò non bastasse la disoccupazione è aumentata del 3% circa.
Vi sono poi i tagli e l'aumento della tassazione a scuole statali e paritarie.
Viene inoltre colpito continuamente quello che è un grandissimo ammortizzatore sociale, cioè la sussidiarietà, che non è un onere ma un utile per la collettività.
In Medicina ogni farmaco ha i suoi effetti collaterali, ma quando si assumono più farmaci tali effetti collaterali vanno considerati superiori alla semplice somma, poiché vi è una sinergia.
Quindi l'effetto moltiplicatore del drenaggio fatto di tagli e tasse potrebbe avere effetti più gravi del previsto. La cura rischia di uccidere il paziente.
Certo, l'economia riprenderà, ma dal punto di vista sociale si sarà pagato un prezzo salatissimo con l'aumento della disoccupazione, la chiusura di centinaia di migliaia di imprese, il collasso progressivo del cosiddetto Stato Sociale e lo scivolamento di quote sempre più ampie di ceto medio verso condizioni di povertà.
Credo che il paese, giunti a questo punto, abbia urgente bisogno di una guida politica, forte del consenso popolare e democraticamente eletta, per dare coerenza a provvedimenti anche dolorosi, ma per dare soprattutto prospettive di crescita ed innescare processi virtuosi che risveglino creatività e speranza.
Pensare, ad esempio, di introdurre in modo così indiscriminato il lavoro festivo è stato un grave errore, criticato anche da Confesercenti e dalla CEI. E non serve. L'aumento dell'Iva, in un momento di forte calo delle vendite, non porta automaticamente a un aumento complessivo degli introiti statali. Non serve.
E via dicendo.
Credo che debba finire al più presto questo periodo di "navigare a vista". Vi è una mancanza di "visione", che nessuno di noi può ovviamente pretendere dai "tecnici", i quali è bene che tornino alle loro prerogative e al loro mestiere, mentre la Politica, senza più subalternità, torni al suo ruolo, non più ulteriormente delegabile, di protagonista e guida della nostra amata nazione.
Cordiali saluti.
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