Parma City Blog
A proposito del cosiddetto "Partito della Nazione" proposto da Renzi e da alcuni esponenti centristi il tempo si è dimostrato galantuomo. Ma al contrario! Le parole d'ordine negli ultimi anni che lo hanno accompagnato sono state quelle che lo presentavano come strumento utile a diminuire la conflittualità sociale, utile nei momenti di emergenza, necessario cioè ad unire tutti gli italiani. La logica del "poi", che è quella che nasce dai fatti, poiché la politica non va mai giudicata dalle sole parole, ci fa vedere una realtà ben diversa, ossia una democrazia in cui non si vota mai, una emergenza che diventa la norma, una macedonia di valori in cui c'è tutto e il contrario di tutto, politiche nazionali di inciucio fra chi appartiene al Partito Socialista Europeo e chi appartiene al Partito Popolare Europeo, e infine le sovranità nazionali allo sbando. A questo punto può essere ben definito come una sorta di "inciucio della Nazione", nelle cui fessure di ambiguità si è celermente inserito di tutto, dalle unioni civili all'eutanasia. Agli italiani, spolpati da una pressione fiscale mai vista prima, non bastano più oramai scontate argomentazioni di allarme causate dai vari populismi, più o meno reali, percepiti sempre più come abile scusa per chi vuole mantenere poltrone e poltroncine. Migliaia di giovani diplomati e laureati italiani inoltre stanno ingrossando le fila di una crescente emigrazione. Il recente referendum sulla riforma costituzionale che ha visto rifilare al Pd renziano e ai suoi alleati una sonora batosta ci dice una sola cosa: le attuali èlite di potere non sono più rappresentative del popolo, sia quelle nazionali che quelle della finanza internazionale vera monarchia imperante in ogni dove. Globalizzazione e crisi nazionali pilotate da centrali estere sono state gli strumenti di questa vera neo-dittatura strisciante che ha visto la compiacenza di troppe realtà istituzionali che avrebbero dovuto invece difendere il popolo da tali squali. Cosa fare in tale frangente? Bisogna ricostituire i fondamentali. Oggi l'ideologia relativista è la filosofia sottostante a tale operazione multinazionale il cui nemico è tutto ciò che ha una ben precisa identità. La parola d'ordine del relativismo attuale è la destrutturazione delle identità. Identità nazionale, identità religiosa, identità politica e infine addirittura le identità sessuali e familiari, pesantemente attaccate da una ideologia Gender importata da oltre oceano e che sta progressivamente colonizzando anche l'Italia con la palese compiacenza addirittura di fondamentali agenzie educative le quali hanno rinunciato a qualsiasi forma di doverosa resistenza. Natura e verità, tradizione e identità, vita e famiglia, cioè la riscoperta di una vera e reale antropologia fondamentale, saranno i baluardi su cui lavorare nei prossimi anni pena il dissolvimento di secoli di storia europea. Credo che ce la possiamo fare, ma non bisogna più perdere altro tempo.
Cordiali saluti.
Glauco Santi
L'antiproibizionismo in Comune.
Cerchiamo di seguire il Pizzarotti-pensiero in merito alla sua decisione di firmare la proposta antiproibizionista radicale sull'uso della cannabis. L'assunto è molto semplice: "la cannabis fa male e quindi per evitare ciò la liberalizziamo". Una volta si sarebbe detto "è proibito proibire". Sarebbe come dire, se applicassimo la logica antiproibizionista tanto cara al nostro sindaco, che per far rispettare le regole comunali il Comune di Parma rinunciasse definitivamente alla logica sanzionatoria. Si tolgano pure le multe per eccesso di velocità nei centri abitati o per non aver messo le cinture di sicurezza poiché appena verranno tolte le multe la mortalità finalmente sarà dimezzata! I dati invece dicono costantemente il contrario. Saremmo tutti ben felici se il rispetto delle regole avvenisse solo su una base anarchico-spontaneista, eviteremo tutti, e ne saremo ben lieti, di spendere tempo e denaro nel mettere cancelli, lucchetti e sistemi di allarmi. Il tema della sicurezza e della salute dei cittadini è materia fin troppo delicata per essere affidata a un dilettantismo amministrativo di cui la nostra città non sente assolutamente il bisogno. Il nostro sindaco perció più che abitare in una città come Parma mi pare che abbondantemente abbia posto sua "residenza" nel paese di Alice e delle sue molteplici nonché utopiche meraviglie. Dimentica che la legge ha un ruolo educativo e le sanzioni, quando ben applicate e ben spiegate, fanno drasticamente diminuire la mortalità ad esempio stradale, ma non solo. Se la cannabis fa male al cervello di chi la fuma, e lo dicono fior fiori di studi scientifici, la colpa non è delle sanzioni ma della rinuncia, sia da parte degli enti pubblici che privati, ad una concezione di educazione fatta non solo di "sì" ma anche necessariamente di "no". Se l'autista di un pullman che sfreccia a oltre i cento chilometri orari si fuma una sigaretta o uno spinello alla cannabis la differenza che ciò implica per l'incolumità dei passeggeri non ha bisogno di molte spiegazioni. Nell'antiproibizionismo inoltre si allarga progressivamente la forcella fra moralità e legalità e quello che più sorprende è che ciò avvenga proprio ad opera di chi ha fatto della onestà la sua bandiera politica.
Cordiali saluti.
Glauco Santi