Legalizzazione della prostituzione? No, grazie!
A 50 anni dalla "Merlin".
Periodicamente si riaccende il dibattito sulla prostituzione e la sua eventuale legalizzazione. I partiti del "voto utile..." hanno al loro interno chi è favorevole e chi è contrario, e il risultato è che i partiti politici non hanno una linea precisa, ma ci sono tante opinioni contraddittorie che rendono "inutile..." l'efficacia e l'esistenza del partito stesso, infatti un partito è forte quando è unito.
Cinquant'anni fa, una donna coraggiosa e combattiva, la Senatrice socialista Lina Merlin, riusciva a far approvare il 20 febbraio 1958, dal Parlamento italiano, la legge n. 75, dal titolo "Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui". Lo stesso Governo italiano, sottoscrivendo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1948) che faceva obbligo agli Stati firmatari di reprimere la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione, si era impegnato in tal senso.
Famoso è il libro pubblicato dalla Merlin nel 1955, assieme a Carla Voltolina, dal titolo "Lettere dalle case chiuse". Sono lettere spedite alla Merlin dalle sfortunate donne che vivevano nei bordelli italiani che descrivevano una esistenza di squallore e degrado.
Lina Merlin fu eletta nel 1946 all'Assemblea Costituente e nel 1948 fu l'unica donna a far parte del Senato, nella Prima legislatura della Repubblica Italiana.
Purtroppo 50 anni dopo, diversi personaggi del governo e dell'opposizione cercano di vanificare quell'opera preziosa.
All'interno dell'attuale governo ci sono varie anime e il Ministro Maroni, in passato, rilasciava dichiarazioni per l'apertura di quartieri a luci rosse e il Ministro Carfagna dichiarava di essere contro la prostituzione di strada, ma favorevole a quella esercitata in case isolate. Da parte, invece, di alcuni esponenti dell'opposizione, vi è un Disegno di Legge, in Senato, meno conosciuto, da parte di due Senatori del Partito Democratico, i Sen. Poretti e Perduca, di provenienza radicale. E' il n.125, del 29 aprile 2008, l'attuale Sedicesima legislatura.
L'art. 1 così recita: " L'attività di prestazione di servizi sessuali remunerati fra persone maggiorenni consenzienti è riconosciuta secondo le disposizioni della presente legge. La legge 20 febbraio 1958 n. 75 (la "Merlin") è abrogata".
L'abolizione della "Merlin" è sempre una costante di chi voglia legalizzare la prostituzione.
Persone ragionevoli vi sono in tutti i partiti e ci auguriamo che possano prevalere. Auspichiamo l'unione di tutti coloro, che in politica, si battono contro la prostituzione, sia sul versante legittimamente sanzionatorio, sia, soprattutto, sul versante del recupero e del reinserimento sociale delle persone che vogliano uscire da una condizione che va contro la dignità umana, sull'esempio e la grande opera di Don Benzi, fondatore della comunità Giovanni XXIII, che si è sempre coraggiosamente opposto ad ogni forma di legalizzazione della prostituzione, liberando tantissime persone.
L'UDC ha presentato un progetto di legge il 21 novembre 2007, n. 3267, alla Camera dei deputati, come primi firmatari gli on. Mazzoni e Volontè. Esso riprende alcuni punti e concetti della Proposta di legge di iniziativa popolare, n.6, presentata alla Camera dei deputati il 2 gennaio 2004 promossa dall'Associazione Giovanni XXIII di Don Benzi.
Mazzoni e Volontè mirano a perfezionare le disposizioni normative attualmente in vigore.
Rimane vietato l'esercizio di case di prostituzione, in quanto già previsto dall'art.1 della "Merlin", che rimane in vigore. Viene introdotto il divieto di prostituzione in luoghi pubblici o aperti al pubblico, prevedendo anche un regime sanzionatorio da applicare nei confronti dei "clienti". Tuttavia considerato il forte collegamento esistente tra la prostituzione su strada e il fenomenno dello sfruttamento della prostituzione è stata prevista, al fine di impedire la criminalizzazione di persone che sono già vittime di gravi violenze, una specifica causa di non punibilità che esclude l'applicazione della sanzione nei confronti di chi dimostra di essere stato spinto a prostituirsi contro la sua volontà. Si è inoltre deciso di punire coloro che consapevolmente compiono atti sessuali con persone ridotte in schiavitù; sanzioni più severe se vi è coinvolgimento di minori; l'introduzione dell'ipotesi criminosa dell'associazione a delinquere; e soprattutto interventi di protezione sociale che mirino alla prevenzione e al recupero delle persone che vogliano emanciparsi da una condizione che va contro la dignità umana.
Glauco Santi
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