RU486: La pillola per non pensare. Linee guida e di indirizzo da parte del Ministero della Salute.
Le Linee di Indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine, approvate il 24 giugno 2010 e le Linee Guida sulle modalità di utilizzo della RU486, dossier del 21 luglio 2010, (Fonte Ministero della Salute), sono documenti recentissimi. Sia le Linee di Indirizzo che le Linee Guida rappresentano, a mio parere, una sintesi interessante, in cui sono presenti sia dati scientifici che preoccupazioni di tipo bioetico. E a queste Linee le Regioni dovranno attenersi. Nel 1981 partecipai alla campagna a favore del Referendum abrogativo di parti della legge 194/78 promosso dal Movimento per la Vita. Quella era la linea allora di gran parte del mondo cattolico. Oggi, invece, la linea prevalente è quella di applicare la legge 194 là dove apre spiragli sulla prevenzione in ordine alle motivazioni che spingono all'aborto. I volontari del Movimento per la Vita, specialmente nel Consultorio di Forlì, sono presenti per offrire, con rispetto, alla donna una alternativa fattiva, attraverso il dialogo e la eventuale presa in carico. La 194 offre, in linea teorica, questa opportunità, laddove venga colta da intelligenti e non ideologizzate Amministrazioni sanitarie locali, in quanto afferma il valore della tutela della maternità. E allora, quale migliore tutela della maternità, se non quella di offrire, nei Consultori, attraverso l'incontro, l'informazione e la riflessione, una possibile alternativa all'aborto? Siamo proprio sicuri che non possano esserci alternative? Il limite di 90 giorni previsti dalla 194 può essere una occasione per questo. In fondo si hanno circa 2 mesi per poter riflettere.
Proprio mentre queste opportunità si stavano aprendo, anche nella nostra Regione Emilia Romagna, ecco comparire sulla scena la RU486. La RU486 prevede un limite alla sua somministrazione, pena un aumento degli effetti collaterali, di appena giorni 49, computati dall'inizio dell'ultima mestruazione. Tale limite viene consigliato dalla stessa AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
Proviamo a contare. Passano 4 settimane circa perchè si abbia la successiva mestruazione, che non arrivando, insospettisce la donna che farà il test di gravidanza, e quindi passerà probabilmente come minimo un'altra settimana. Sono già passate 5 settimane dall'ultima mestruazione. Poi la legge 194 prevede una settimana di riflessione prima dell'aborto. Siamo quindi a 6 settimane: 6 X 7 = 42 giorni. Il limite è di 49 giorni. Si hanno solo 7 giorni per decidere, e quale grave decisione!
Manca il tempo per riflettere adeguatamente. Per questo la RU486, pur avendo comunque un maggior numero di effetti collaterali, non è solo un metodo accanto all'altro, quello chirurgico per istero-suzione, per interrompere una gravidanza, ma va ad intaccare la logica intrinseca alla 194, la quale in ogni caso considera un valore la maternità, e la scelta di abortire rappresenta solo una estrema ratio in determinate condizioni di rischio per la salute psico-fisica della donna. Questa è la lettera della legge.
In passato il problema era essere o pro-life o pro-choice. Gran parte del mondo femminista rivendicava, come prioritario, il diritto alla scelta e ad una scelta libera. La scelta, però, perchè sia libera presuppone una informazione completa. Non si ha libertà di scelta, infatti, senza presa di coscienza. In medicina si parla sempre più di "consenso informato". La scelta può cambiare radicalmente se vengono aggiunte od omesse determinate informazioni. La presa di coscienza delle informazioni esige nel contempo un adeguato periodo di riflessione. La RU486 impedisce questo adeguato periodo di riflessione. Tutto viene fatto in fretta! Per questo ritengo che la RU486 non colpisca solo la posizione pro-life, ma anche quella pro-choice. Essa è contro il diritto alla vita, ma è anche contro il diritto alla libera scelta, in quanto non può esserci una scelta veramente libera se non con una base di informazione e di adeguato tempo di riflessione. Siamo all'aborto "mordi e fuggi", in cui non c'è più tempo per pensare. E allora su che cosa si decide? La libertà non può essere cieca, ma ha come base la verità e la conoscenza. Chi ignora, è libero? La prima schiavitù è infatti l'ignoranza. Ma l'apprendimento avviene nel tempo. Il tempo dà una comprensione più completa e approfondita.
Bendetto XVI ha richiamato che "nel nostro tempo vi è un deficit di pensiero". Anche perchè diamo poco tempo al pensiero. Un tempo si chiamava spazio di meditazione. Nelle "Linee" elaborate dal Ministero si insiste infatti molto sull'aspetto informazionale e sulla preoccupazione che la donna venga resa cosciente di tutti i problemi e i rischi connessi con la somministrazione della RU486. L'informazione viene garantita, ma il problema è che manca il tempo per pensare. Decidere di un figlio in una settimana? Siamo alla follia pura!
Essa viene poi fatta passare come la pillola dell'aborto "facile". Ma è davvero così? La stessa casa farmaceutica produttrice ha ammesso ben 29 decessi legati al suo uso, in tutto il mondo. Molti effetti collaterali, come emorragie o possibili infezioni. Mentre nell'aborto chirurgico tutto avviene nel giro di poche ore, in quello farmacologico, in genere, occorrono circa non meno di 3 giorni. Ricordando che le somministrazioni in realtà sono due: 1. La prima è il principio attivo proprio della RU486, il mifepristone, che agendo sui recettori del progesterone fa cessare la vitalità dell'embrione. 2. La seconda è una prostaglandina, presa a distanza di 48 ore, che provoca l'espusione dall'utero dell'embrione. La donna, se non è ospedalizzata, va ad abortire, da sola, a casa, e spesso vede con i propri occhi l'embrione abortito, espulso magari andando alla toilette. Per questo le Linee ministeriali esigono che l'intera procedura, come richiede già l'art.8 della 194, avvenga totalmente in ospedale, in regime di ricovero con posto letto riservato, e non come si è fatto in alcune regioni, cioè in modalità day hospital: la pillola la prendi in Ospedale, e dopo aver firmato vai ad abortire a casa, da sola, col numero di telefono del medico qualora vi siano complicazioni...E' necessario piuttosto il controllo continuo da parte di un medico o del personale sanitario per intervenire tempestivamente in caso di effetti collaterali e di stare vicino alla donna in tale momento drammatico. La RU486, se non si dovessero realizzare queste condizioni di ricovero, riporterebbe l'aborto nella solitudine, a cui la legge 194, almeno nelle sue intenzioni teoriche, ha cercato comunque di sottrarre la donna.
Cordiali saluti.
dr.Glauco Santi
glc.snt@libero.it
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RU486: La pillola per non pensare. Linee guida e di indirizzo del Ministero.
