Il Crocifisso in luoghi pubblici, perchè no? Esso è segno di fede, ma anche di cultura, storia e identità nazionale.
Mi domando cosa ci sia di così scandaloso nel chiedere di esporre il
crocifisso in un luogo pubblico. C'è chi parla di strumentalizzazione politica,
altri di clima da crociata. Ma è davvero così?
Il 15 febbraio 2006 il Consiglio di Stato si è espresso in merito alla
"Esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche", in relazione al ricorso,
per motivi di illegittimità, su una presunta violazione dei principi
costituzionali di laicità dello Stato. Il Consiglio di Stato respinse questo
ricorso affermando che il principio di laicità non risultasse compromesso dalla
esposizione del crocifisso in quanto esso rappresenta anche un simbolo storico-
culturale e di identificazione nazionale.
Vorrei ricordare l'intervento di Gianfranco Ravasi (2 dicembre 2008, www.zenit.org), Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sulla sentenza
con cui il magistrato spagnolo Alejandro Valentin decise di far rimuovere tutti
i crocifissi dalle aule e dagli spazi comuni della scuola pubblica "Macias
Picavea" di Valledolid. Ravasi volle ricordare, in quella circostanza, un
articolo scritto da Natalia Ginzburg sul quotidiano "L'Unità", il 25 marzo
1988, pag.2. Si era nel 1988, quando scoppiò in Italia la polemica sulla presenza del crocifisso nelle aule
scolastiche. L'articolo era intitolato "Non togliete quel crocifisso", in cui
la Ginzburg affermava che esso " non genera nessuna discriminazione e che fa
parte della storia del mondo".
Ravasi continua citando Eliot: se togliamo il cristianesimo dal nostro
orizzonte non perdiamo la fede, perdiamo il nostro volto. E tra persone senza
volto non è più possibile dialogare...
Come non ricordare gli sforzi di Giovanni Paolo II per inserire, purtroppo
inascoltato, il riferimento alle radici giudaico-cristiane nella Costituzione
europea?
Assistiamo invece a una rimozione sistematica, tacita o palese, dei simboli
cristiani dai luoghi pubblici: scuole, ospedali...e tutto ciò in nome della
laicità. Se non ci fosse stato il cristianesimo, col suo "date a Cesare", non
potremmo neppure parlare di laicità. Persino il concetto di persona nasce
all'interno dei primi secoli di cristianità attraverso la riflessione sulla
Trinità. Concetti superati? Non credo. Basti pensare all'attualissimo dibattito
bioetico, in cui c'è ancora chi ritiene che possa esserci un essere umano, ma
che non sia una persona.
Il crocifisso non è solo un simbolo confessionale, il che vale ovviamente per
chi ha la fede cristiana, ma è anche un simbolo laico, storico e culturale che
fece dire a Benedetto Croce "non possiamo non dirci cristiani".
Chi toglie il crocifisso non toglie la fede (ci vuole ben altro), ma toglie
la storia. E la perdita di memoria non è mai un buon servizio reso alla
libertà. Attenta, Europa.
Glauco Santi
Parma
glc.snt@libero.it
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Crocifisso in luoghi pubblici:perchè no?Segno di fede,cultura e storia nazionale
