Bologna, 12 febbraio: Prima consulta cittadina UDC-mondo cattolico alla presenza del presidente UDC on. Rocco Buttiglione. Relazione dr.Glauco Santi, responsabile relazioni UDC-mondo cattolico per l'Emilia Romagna
Credo che possa essere definita lungimirante la decisione presa anni orsono dall'UDC nazionale di avere un Ufficio per le relazioni col mondo cattolico e le realtà religiose in genere. E' stato fatto un buon lavoro, in tale incarico, da parte dell'on. Luca Marconi, e ora la responsabile nazionale è l'on. Paola Binetti. E' stata lungimirante anche l'istituzione di una Consulta per l'associazionismo cattolico e le realtà religiose, che è semplicemente, pur nella rigorosissima distinzione fra "Dio e Cesare", un luogo di incontro in cui liberamente ci si parla. Il mondo dell'associazionismo, di qualsiasi tipo, non è un partito e un partito non è il mondo dell'associazionismo. E' importante però che questi mondi si parlino. L'UDC, come tutti i partiti di tradizione democristiana, fa riferimento esplicito alla Dottrina Sociale della Chiesa. E' un partito laico, di ispirazione cristiana. Per questo motivo, almeno in linea di principio, è un partito che facilita l'azione politica di un cattolico. E' necessario che il mondo cattolico ri-cominci a pensare in modo politico. La politica come la più grande forma di carità, indirizzata al bene comune. Oggi il mondo cattolico è soprattutto concentrato sull'associazionismo o il volontariato, tutte cose meritorie, ma ciò non è sufficiente. Oggi si sottolinea l'importanza di essere uniti almeno sui temi cosiddetti non negoziabili: vita, famiglia, educazione. Vediamo perciò il mondo cattolico italiano compattarsi nella difesa della Legge 40 o durante il Family Day. E' sufficiente però cercare l'unità politica dei cattolici solo in questi momenti episodici? Certo, l'unità politica dei cattolici non è un obbligo, però non è neppure vietata. Una politica ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa ha qualcosa da dire sulla gestione complessiva della cosa pubblica in Italia? Il laicato cattolico ha un ruolo importantissimo. "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" implica distinzione, ma implica anche impegno. Gesù stesso ci dà il comando di "dare a Dio" e il comando di "dare a Cesare", cioè di impegnarsi in vista del bene comune. C'è l'invito poi da parte del Papa e dei Vescovi che sorga una nuova generazione di cattolici impegnati in politica. E' necessaria però una educazione. Il tema dell'educazione, scelto dalla Chiesa italiana per i prossimi 10 anni, è un tema profetico e vale anche per l'ambito socio-politico. Una personalità politica, ad es. un De Gasperi, un Luigi Sturzo, non nasce dal giorno alla notte, ma è il prodotto di un impegno nel tempo, di una formazione e soprattutto di un popolo, popolo che è come la terra da cui nasce una pianta rigogliosa. Credo che sia necessario incominciare a diffondere un metodo di lavoro. Prima tappa. Piccoli gruppi si riuniscono, nei luoghi di studio o di lavoro, nei partiti o sindacati, nei quartieri, nelle parrocchie o associazioni, e riflettono e si formano sulla Dottrina Sociale Cristiana. Seconda tappa. A partire dai principi della Dottrina Sociale ci si paragona con i problemi della quotidianità e si elabora, rischiando, una posizione, o come gruppo o a titolo personale. Terza tappa. Si comunica pubblicamente questa posizione sulla stampa, internet, conferenze, manifesti o banchetti, mettendoci la faccia, con nome e cognome. Quarta tappa. Si dà la propria disponibilità a candidature nelle elezioni, a vari livelli, e si trasforma in voti o preferenze il consenso eventualmente ottenuto da questo lavoro sul territorio. Il motto potrebbe essere: formazione e informazione.
Caratteristica, inoltre, della Dottrina Sociale è che i valori vanno tenuti assieme. Non si può, come vorrebbe certa "destra", difendere i valori e rinunciare alla democrazia. Oppure come vorrebbe certa "sinistra" difende la democrazia e rinunciare ai valori. Valori e democrazia vanno tenuti sempre assieme. Questo è tipico di una posizione moderata o come in genere viene definita, centrista. La posizione bipolare, almeno in Italia, risente di uno schema che potremmo definire di tradizione "dialettica hegeliana", basata su un conflitto permanente che dovrebbe essere generatore di storia. Per cui si vota Prodi perchè non si vuol votare Berlusconi e si vota Berlusconi perchè non si vuol votare Prodi. Col risultato che Berlusconi finisce per essere il miglior alleato di Prodi e Prodi diventa il miglior rinforzo per Berlusconi. Cosa sarebbe la sinistra senza Berlusconi e cosa sarebbe Berlusconi senza i comunisti? Usciamo da questo schema conflittuale e ricominciamo a fare una politica basata sulla verità, i valori, la moderazione, la responsabilità, il rispetto delle istituzioni democratiche e le nostre radici cristiane.
Cordiali saluti
Glauco Santi
Referente per le relazioni udc-mondo cattolico e realtà religiose per l'Emilia Romagna
glc.snt@libero.it
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Bologna,12 febbraio 2011: Consulta UDC-mondo cattolico.Relazione dr.Glauco Santi
